sabato 22 giugno 2013

Dopo la simpatica serata di ieri e dopo un interessante suggerimento di un'amica, che per rispetto della privacy chiameremo Matilda, ho deciso di scrivere il nuovo post su un argomento estremamente giappico: IL KARAOKE.

Il Karaoke è un luogo tipico di ritrovo e divertimento, al pari di un qualsiasi locale, solo che qui si può cantare.
Passare del tempo in Giappone e non andare al karaoke è sostanzialmente impossibile, perché andarci è tipico quasi al pari del Sensoji, i Sakura in fiore e il sakè (per la cronaca: la parola "saké" vuol dire solo "bevanda alcolica", quello che intendiamo noi per saké si chiama in realtà 日本酒, nihon shu, o shyu, non so come scriverlo...).

Ogni città giapponese, dalla più piccola alla più grande, è disseminata di questi affascinanti luoghi, che possono risiedere in casupole dall'aspetto anonimo o in grattacieli a millemila piani. 

Ne esistono svariati, per tutti i tipi di tasche: dai buchi fatiscenti con una tariffa oraria irrisoria ai buchi meno fatiscenti, con stanze davvero insonorizzate e tariffe decisamente più alte (e con l'obbligo di ordinare qualcosa da bere dal loro menù personale, che di solito ha prezzi proibitivi); alcuni contano poche e strette stanze, altri, (dalla modica tariffa di 900 yen per 2h e mezza) contano decine e decine di stanze arredate in vari stili, con corridoi fiabeschi, repertori nuovissimi, maracas in dotazione e bagni principeschi. 

Solitamente non vi si può introdurre cibo dall'esterno, però lo si fa comunque, nascondendo cibarie e lattine di birra in ogni anfratto. Nessuno vi controlla, in ogni caso, ma potrebbe esserci il rischio, se ci si trova in un Karaoke serio e costoso, che il cameriere addetto ad esaudire le vostre richieste si accorga che sul tavolo della vostra stanza c'è del cibo non presente nel listino; non che i giappi vadano su tutte le furie, e nemmeno che si arrabbino con un prezioso お客様 (ospite), ma assumeranno una certa aria stizzita e finiranno per cacciarvi.
In altri posti, molto più alla mano, questo non succede.
Ad esempio, vicino alla nostra università, esiste un posto chiamato Midori, un karaoke economicissimo, una manna per le nostre tasche, e la proprietaria che ci vede arrivare con borse della spesa cariche di cibarie non fa una piega. Basta che paghiamo la stanza e tutto è concesso, anche rompere il muro con un pugno...
Ehm...
Andiamo avanti.

Il repertorio è abbastanza variegato. La vastità dipende ovviamente dal grado di figaggine del Karaoke. Tanto più è figo, tanto più sarà fornito di canzoni di ultimissima generazione, sigle di anime, canzoni Disney, il tutto in ventordici lingue diverse comprendenti il Thai, il Vietnamita e il dialetto di Osaka. 
No, scherzo, il Thai e il Vietnamita non ci sono. Nessuno vorrebbe sentire una canzone in Thai...
<.<   >.>   <.<

Sebbene il repertorio sia abbastanza vasto, di solito si cantano sempre le solite canzoni, divenute ormai "proprietà" virtuale di una certa persona, oppure parte di una specie di rito da Karaoke, dove si segue sempre una certa scaletta iniziatica in scala crescente di idiozia.
I brani si scelgono tramite degli aggeggi che somigliano a dei telecomandi tuch-screan che vengono sequestrati dai più rapidi di mano e tenuti in ostaggio fino a che le canzoni sacre non sono state tutte scelte. Poi vengano gli altri. Di solito, comunque, a questo punto la "scaletta" (ovvero il numero di canzoni che si possono scegliere) è pienoa e chiunque voglia variare dallo schema deve rassegnarsi ed aspettare.
Qui di seguito allego un link dei brani più eseguiti in assoluto:

http://www.youtube.com/watch?v=fV4DiAyExN0 The Reason

http://www.youtube.com/watch?v=Vx7BTrS2gRc Memeshikute

http://www.youtube.com/watch?v=SeIJmciN8mo Starships

http://www.youtube.com/watch?v=0Gl2QnHNpkA As long as you love me

http://www.youtube.com/watch?v=ZyhrYis509A Barbie Girl

http://www.youtube.com/watch?v=vx2u5uUu3DE It's my life

http://www.youtube.com/watch?v=qYoqtMfIJ4g Kasa ga nai

E poi ce ne sono tante altre! Tipo la sigla degli "Uta no prince sama", svariate dei Linking Park, Skyfall, etc. Magari potrei scriverle in altri post mano a mano che mi vengono in mente.

Ovviamente il testo viene proiettato tramite un apparecchio audiovisivo. Anche questi ultimi variano a seconda della fighezza del Karaoke. Passiamo da televisori con tubo catodico a schermi piatti giganti. La cosa più divertente, però, sono i video che accompagnano le parole della canzone. 
Nei posti fighetti il video corrisponde effettivamente a quello del brano che stai cantando, in altri invece i video non c'entrano proprio niente. Sono in puro stile "nonsense anni 70", con gente vestita in modo improbabile, dalle capigliature improbabili e dalle espressioni facciali improbabili. Sospiettiamo che siano vecchi video giapponesi comprati a poco e mandati come sfondo alle canzoni solo per non lasciare il suddetto sfondo in bianco. 

Per finire in bellezza cito la puzza di fumo
Qui in Giappone si può fumare all'aperto solo in alcune zone apposite e dentro i ristoranti e i locali più grandi in generale ci sono le zone fumatori e le non fumatori, accuratamente divise. Però nei Karaoke, nei nomihoudai e nei bar dove circolano gli studentelli come noi, generalmente questa divisione non esiste, tutti fumano tranquillamente all'interno di stanze piuttosto piccole e il risultato è una persistente puzza che non lascia gli abiti neanche dopo averli lavati.
Ora, non che le lavatrici di qui siano eccezionali; qui in Giappone si lava tutto a 30 gradi, non di più, quindi probabilmente avrei più risultati lavando le cose a mano sotto l'acqua del lavandino.
Ma che sia o che non sia, oramai diciamo che il fumo giappico è un fumo ninja, che si attacca ai capelli, ai vestiti e alla pelle e non lo stacchi più. Anzi, per dirla come mi scrisse Matilda nel darmi il suo saggio suggerimento: "La persistente puzza dei karaoke, che ti si attacca addosso e non ti molla più per almeno una settimana, ovvero quando ci ritorni".

Se ho dimenticato qualcosa, prego a chi è del mestiere di farmelo sapere.

じゃね~

P.s: per foto inerenti all'argomento, consiglio Facebook.













martedì 18 giugno 2013

さすが me, in effetti, iniziare un blog ora, ad un mese e mezzo dal ritorno in Patria. Però, ecco, nel bel mezzo di una serata indolente, degno seguito di una giornata indolente, mi sono detta che dovevo fare qualcosa di nuovo; detto fatto, dopo aver scelto un titolo random ho registrato un indirizzo random e creato un blog random.

E quindi ecco qua! Un blogguccio inutile nuovo di pacca, che tenterò di riempire con qualche storiella simpatica.

Dopotutto l'avevo promesso, un blog di viaggio. Se ancora vale il principio del "meglio tardi che mai", sono a cavallo.

Dai, adesso provo ad iniziare.


Dunque, sono partita dall'Italia con una bellissima Moleskine, in edizione limitata per l'uscita de Lo Hobbit: copertina marrone con uno Smaug in bassorilievo lucido tono su tono. Una delizia. 
Sulla prima pagina, all'epoca dell'acquisto, ci avevo scritto un paio di battute tratte dal film che mi sembravano particolarmente attinenti all'esperienza che mi accingevo a compiere di lì a pochi mesi. Il dialogo era questo:

"You'll have a tale or two to tell when you come back"

"Do you promise that I will come back?"
"No. And If you do, you'll not be the same".

Ora, io non mi sono messa in viaggio per andare a conquistare la Montagna Solitaria e penso proprio che tornerò, però dai, ammettiamolo, questa citazione ci sta tutta. 

Anche solo per dare un'aria epica a questo viaggio, che un po' se lo merita. E poi una storiella o due da raccontare ce le ho.

Da dove iniziare, dunque?


Ad esempio dal TEMPO DI MERDA

Si, perché dopo il freddo porco che ci ha inseguiti fino all'altro ieri è iniziata la fantomatica stagione delle piogge. Non che piova tantissimo, per ora, ma ai fastidiosi rovesci si accompagna una maledetta, soffocante umidità. 
Neanche Venezia nei suoi momenti peggiori riesce ad essere umida come una giornata qualsiasi giapponese; cose che sudi solo a pensare, solo a respirare. E non scherzo.
Figuriamoci poi se il frigo è vuoto e abbisogni di fare la spesa. Figuriamoci poi se il supermercato è ai piedi della collina, un chilometro in basso. Figuriamoci poi a risalire portando le borse a mano e lo zaino pieno, magari sotto una pioggerellina calda vaporizzata. Figuriamoci...

Se poi non è così caldo, allora  è freddo. Nel senso che se vai in giro scoperto hai freddo, se ti copri sudi...

@.@
Come diremmo noi qui: MA QUINDI?!

GLI INSETTI:

Con la stagione delle piogge arriva anche la stagione degli insetti, tra i più grandi e fantasiosi che mi sia capitato di incontrare.
Zanzabellule, farfalle, falene, cosini tondi che non riescono a librarsi in volo, cosini tondi che invece strisciano, bruchi pelosi, insetti dalle ali rosse, geki, e poi loro, i protagonisti assoluti: i ragni (tra i più grandi e brutti che io abbia mai visto), scolopendre (verdi, marroni, rossastre, nere, che arrivano non si sa da dove e spariscono non si sa bene come) e i コキブリ, gli scarafaggi. Il dormitorio ne è invaso.
Sono loro i veri protagonisti. Sono ovunque, si infilano ovunque ed escono quando meno te lo aspetti. 
In questi casi meglio procurarsi una coraggiosa Thai che ti liberi dell'indesiderato visitatore.




L'ARIA CONDIZIONATA:

Se fuori fanno 30 gradi che con l'umidità al 200% sembrano 44, dentro ai negozi bisogna mettere il maglione.
Giuro.
L'escursione termica potrebbe ammazzare un vecchietto, o un infante.

Stessa cosa mentre facciamo lezione. Le classi stanno al quarto piano dell'edificio e se si aprono le finestre entra una piacevole brezza che rinfresca l'ambiente; ma non è abbastanza e quindi adesso nelle classi fa freddissimo mentre in corridoio si boccheggia. Mi pare logico.

LE DISCUTIBILI ABITUDINI ALIMENTARI:

Se la vita di uno studente in trasferta è alimentarmente sfasata, la vita di uno studente in trasferta in un dormitorio giapponese lo è di più. 
Prima di tutto, il Giappone non è un posto da vegetariani. La verdura costa come un occhio della testa e fa fondamentalmente...schifo. O meglio, è senza sapore. L'insalata, le carote, i pomodori, è tutto discutibilmente anonimo.
Ancora peggio la frutta. Le arance sono dolciastre e senza personalità, le mele sono acqua zuccherata insapore.
La carne è un lusso da permettersi solo quando al supermercato fanno gli sconti.
Di conseguenza la varietà alimentare di cui si può godere è molto ristretta e la dieta ne risente.
Ramen istantaneo, udon da fare in padella in due minuti, insaporitori, qualche verdurina, pan carré, marmellata, insalata, pomodorini, zucca, qualche cetriolo, pesce ogni tanto...e poi riso. Oh si. Un sacco di riso. Qui, scherzando, diciamo che se nell'armadietto hai del riso significa che hai colazione, pranzo e cena. Ed è vero. Io ci aggiungerei anche la merenda. E lo spuntino delle 11. 
Sto sviluppando una dipendenza da riso.
E sto ingrassando.

La pasta si fa solo in occasioni speciali, a mo' di pranzo della domenica, ma da quando l'abbiamo cucinata per l'Italian Day tutti la vogliono. Oh si. E questo perché qui in Giappone la pasta non si può definire tale. Basti sapere che molti la cucinano con il ketchup pensando che sia la ricetta originale, alcuni ci aggiungono il tabasco pensando che sia la tipica ricetta napoletana, altri prediligono il gusto "クリム", cream, crema, ovvero crema di latte. 

Dialogo tipico:
"Ma voi non la fate la pasta con la crema?"
"No"
"Oh!"
-.-''

Ah, una menzione speciale ai dolcetti dai gusti improbabili e dall'apporto calorico esorbitante.

Sembra che qui abbiano la passione per gusti come il melone, il frutto della passione, il té verde, la fragola, gli oreo, l'uva. Con questi gusti producono qualunque cosa, dai biscotti alla fanta alla coca-cola. Però trovano il formaggio troppo saporito e non riescono a mangiarlo. Valli a capire...


Tentativo di pasta al ragù: non male.


Termino dunque questo primo, pointless, post. 

Chissà che non invogli qualche malcapitato e sprovveduto lettore a seguire questo blog, sempre che io riesca a tenerlo aggiornato d'ora in poi. Beh, ci proverò, giuro che mi ci impegnerò!

じゃね~