martedì 18 giugno 2013

さすが me, in effetti, iniziare un blog ora, ad un mese e mezzo dal ritorno in Patria. Però, ecco, nel bel mezzo di una serata indolente, degno seguito di una giornata indolente, mi sono detta che dovevo fare qualcosa di nuovo; detto fatto, dopo aver scelto un titolo random ho registrato un indirizzo random e creato un blog random.

E quindi ecco qua! Un blogguccio inutile nuovo di pacca, che tenterò di riempire con qualche storiella simpatica.

Dopotutto l'avevo promesso, un blog di viaggio. Se ancora vale il principio del "meglio tardi che mai", sono a cavallo.

Dai, adesso provo ad iniziare.


Dunque, sono partita dall'Italia con una bellissima Moleskine, in edizione limitata per l'uscita de Lo Hobbit: copertina marrone con uno Smaug in bassorilievo lucido tono su tono. Una delizia. 
Sulla prima pagina, all'epoca dell'acquisto, ci avevo scritto un paio di battute tratte dal film che mi sembravano particolarmente attinenti all'esperienza che mi accingevo a compiere di lì a pochi mesi. Il dialogo era questo:

"You'll have a tale or two to tell when you come back"

"Do you promise that I will come back?"
"No. And If you do, you'll not be the same".

Ora, io non mi sono messa in viaggio per andare a conquistare la Montagna Solitaria e penso proprio che tornerò, però dai, ammettiamolo, questa citazione ci sta tutta. 

Anche solo per dare un'aria epica a questo viaggio, che un po' se lo merita. E poi una storiella o due da raccontare ce le ho.

Da dove iniziare, dunque?


Ad esempio dal TEMPO DI MERDA

Si, perché dopo il freddo porco che ci ha inseguiti fino all'altro ieri è iniziata la fantomatica stagione delle piogge. Non che piova tantissimo, per ora, ma ai fastidiosi rovesci si accompagna una maledetta, soffocante umidità. 
Neanche Venezia nei suoi momenti peggiori riesce ad essere umida come una giornata qualsiasi giapponese; cose che sudi solo a pensare, solo a respirare. E non scherzo.
Figuriamoci poi se il frigo è vuoto e abbisogni di fare la spesa. Figuriamoci poi se il supermercato è ai piedi della collina, un chilometro in basso. Figuriamoci poi a risalire portando le borse a mano e lo zaino pieno, magari sotto una pioggerellina calda vaporizzata. Figuriamoci...

Se poi non è così caldo, allora  è freddo. Nel senso che se vai in giro scoperto hai freddo, se ti copri sudi...

@.@
Come diremmo noi qui: MA QUINDI?!

GLI INSETTI:

Con la stagione delle piogge arriva anche la stagione degli insetti, tra i più grandi e fantasiosi che mi sia capitato di incontrare.
Zanzabellule, farfalle, falene, cosini tondi che non riescono a librarsi in volo, cosini tondi che invece strisciano, bruchi pelosi, insetti dalle ali rosse, geki, e poi loro, i protagonisti assoluti: i ragni (tra i più grandi e brutti che io abbia mai visto), scolopendre (verdi, marroni, rossastre, nere, che arrivano non si sa da dove e spariscono non si sa bene come) e i コキブリ, gli scarafaggi. Il dormitorio ne è invaso.
Sono loro i veri protagonisti. Sono ovunque, si infilano ovunque ed escono quando meno te lo aspetti. 
In questi casi meglio procurarsi una coraggiosa Thai che ti liberi dell'indesiderato visitatore.




L'ARIA CONDIZIONATA:

Se fuori fanno 30 gradi che con l'umidità al 200% sembrano 44, dentro ai negozi bisogna mettere il maglione.
Giuro.
L'escursione termica potrebbe ammazzare un vecchietto, o un infante.

Stessa cosa mentre facciamo lezione. Le classi stanno al quarto piano dell'edificio e se si aprono le finestre entra una piacevole brezza che rinfresca l'ambiente; ma non è abbastanza e quindi adesso nelle classi fa freddissimo mentre in corridoio si boccheggia. Mi pare logico.

LE DISCUTIBILI ABITUDINI ALIMENTARI:

Se la vita di uno studente in trasferta è alimentarmente sfasata, la vita di uno studente in trasferta in un dormitorio giapponese lo è di più. 
Prima di tutto, il Giappone non è un posto da vegetariani. La verdura costa come un occhio della testa e fa fondamentalmente...schifo. O meglio, è senza sapore. L'insalata, le carote, i pomodori, è tutto discutibilmente anonimo.
Ancora peggio la frutta. Le arance sono dolciastre e senza personalità, le mele sono acqua zuccherata insapore.
La carne è un lusso da permettersi solo quando al supermercato fanno gli sconti.
Di conseguenza la varietà alimentare di cui si può godere è molto ristretta e la dieta ne risente.
Ramen istantaneo, udon da fare in padella in due minuti, insaporitori, qualche verdurina, pan carré, marmellata, insalata, pomodorini, zucca, qualche cetriolo, pesce ogni tanto...e poi riso. Oh si. Un sacco di riso. Qui, scherzando, diciamo che se nell'armadietto hai del riso significa che hai colazione, pranzo e cena. Ed è vero. Io ci aggiungerei anche la merenda. E lo spuntino delle 11. 
Sto sviluppando una dipendenza da riso.
E sto ingrassando.

La pasta si fa solo in occasioni speciali, a mo' di pranzo della domenica, ma da quando l'abbiamo cucinata per l'Italian Day tutti la vogliono. Oh si. E questo perché qui in Giappone la pasta non si può definire tale. Basti sapere che molti la cucinano con il ketchup pensando che sia la ricetta originale, alcuni ci aggiungono il tabasco pensando che sia la tipica ricetta napoletana, altri prediligono il gusto "クリム", cream, crema, ovvero crema di latte. 

Dialogo tipico:
"Ma voi non la fate la pasta con la crema?"
"No"
"Oh!"
-.-''

Ah, una menzione speciale ai dolcetti dai gusti improbabili e dall'apporto calorico esorbitante.

Sembra che qui abbiano la passione per gusti come il melone, il frutto della passione, il té verde, la fragola, gli oreo, l'uva. Con questi gusti producono qualunque cosa, dai biscotti alla fanta alla coca-cola. Però trovano il formaggio troppo saporito e non riescono a mangiarlo. Valli a capire...


Tentativo di pasta al ragù: non male.


Termino dunque questo primo, pointless, post. 

Chissà che non invogli qualche malcapitato e sprovveduto lettore a seguire questo blog, sempre che io riesca a tenerlo aggiornato d'ora in poi. Beh, ci proverò, giuro che mi ci impegnerò!

じゃね~



2 commenti:

  1. FANTA ALL'OREO!!!!!! MINCHIA!!!! ho visto una famosa foto che gira per il web, quella con i vari gusti di kitkat disponibili in giappone: da allora, io e una mia compagna di università sogniamo un giorno di trovare nella solita abitudinaria macchinetta in dipartimento di anatomia un pacchetto di kitkat ai fagioli rossi, o al pistacchio, o al dolcedirisoconcremachennesò. ma non ci portano nemmeno quello bianco.
    wo! come faccio a sapere quando aggiorni il blog? posso aprirlo una volta a settimana o anche di più?
    i like this thing!!!
    ps. dirò tutto ciò a chi si lamenta che è arrivato il caldo qui, quando le stesse persone si lamentavano della pioggia incessante che ci ha seguito per due mesi :D

    Rolly

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