martedì 9 luglio 2013

Ed ecco che vi aggiorno nuovamente sulla vita nel paese dove il sol levante ha deciso che ci vuole tutti bolliti a fuoco lento; che è anche il paese dove le persone sono piccole ma gli insetti sono grandissimi (e per la cronaca, due nuove specie si sono unite all’allegra famiglia che abita il dormitorio: api giganti e scarabei -che sono quelli verde iridescente- grossi come una pallina da pingpong).
Parlando per un attimo del caldo: ragazzi, qui si muore. Avete presente le “allerta caldo” in Italia? Probabilmente da noi, per qualcosa del genere, si parlerebbe di imminente estinzione della specie. 37 gradi con umidità tra il 50 e il 60%. E oggi butta bene, c’è un po’ di vento.
Ma arriviamo al dunque della questione.
Siccome fa un caldo infernale noi si cerca di scoprirsi il più possibile, indossando indumenti larghi, leggeri e pantaloni o gonne corte, scarpe aperte e via dicendo. Però per gli indigeni sembra non funzionare così. Mi accingo quindi a fare una review dei capi di vestiario più deliziosamente giappici e del modo in cui essi vengono utilizzati:

GONNE A PIEGHE

Probabilmente la gonna a pieghe è stata inventata in Giappone e se non è così, poco importa. Qui non una fanciulla sembra essere sprovvista di relativa gonna a pieghette, munita di sottogonna in pizzo o meno. Sembrano essere un capo evergreen e per tutte le stagioni, infatti quando a Marzo siamo giunti in questa landa estranea e faceva un sacco freddo, le ragazze sfoggiavano tutte le loro gambine andandosene in giro con questi tutù succinti senza portare le calze, incuranti del gelo. Penserei che sia un’innata abilità delle donne di qui se non fosse che al primo raggio di sole sono comparsi i…

LEGGINGS NERI DA CAVALLERIZZA

Ebbene si. Proprio quelli, avete capito bene. Dunque, avete presente che una volta, tanto tempo fa, si riteneva l’abbronzatura una cosa da contadini mentre il pallore qualcosa da grandi signori? Qui ancora lo pensano. La pelle pallida piace e le fanciulline sono delicate e quindi cercano di coprirsi. E per farlo si infagottano dentro a dei leggings neri tipo cavallerizza, di quelli che girano sotto il tallone, che portano poi con i sandali aperti. Ora, io sono abbastanza liberale per quanto riguarda il modo di vestire … però certe cose sono davvero inguardabili.
Questo argomento mi ricollega a…

LE CROCS

Vi ricordate le simpatiche ciabattone di gomma colorata che hanno spopolato per un’estate da noi? Adesso sono sparite, nascoste in molti dei nostri sgabuzzini. Qui no, qui le portano tutti, belli e brutti. Ci sono anche i negozi dedicati. E ho detto tutto.

I SANDALI e/o LE SCARPE COL TACCO

Parliamo ora di scarpe.

Generalmente un paio di scarpe si acquista della propria misura o al massimo un po’ più piccolo, se proprio non si può aspettare per avere quel paio di calzature. Qui invece non credo sia così. Qui le ragazze arrancano sopra zeppe più alte di loro e di qualche numero più grandi, i loro piccoli piedi scivolano fuori dalle scarpe costringendole a camminare in un modo assolutamente ridicolo e scomodo; ma va bene così, mi dicono, quella camminata tutta storta, arrancante è kawaii tanto quanto quella con i piedi rivolti verso l’interno, come i bambini.
Un appunto: questo discorso vale per qualsiasi genere di scarpe. Camminano così anche con le ballerine o quelle orride, passatemi il termine, scarpine dal mezzo tacco. Quelle per le signore di una certa età.

VESTITI LUNGHI

I giapponesi sono risaputamente corti, bassi, tappi. E le giapponesi pure e peggio. Un’altra cosa risaputa è che le persone basse, in teoria, non dovrebbero mettere lunghi abiti di modo da evitare di sembrare Maggie Simpson. Peggio ancora se questi abiti sono degli abiti a tubo, delle enormi felpe informi lunghe fino ai piedi che non starebbero bene neppure ad una modella alta due metri. Oppure, al posto delle tuniche, gli abiti premaman dai colori pastello che fanno sembrare le ragazze dei tendoni da circo ambulanti, dei lampadari con le gambe, delle meduse di pizzo.
Un appunto: faccio rientrare nella categoria anche le camicione azzurrine, bianchine, gialline millemila taglie più grandi della propria.

LE MOLLETTE

Per chi ha una certa cultura di manga e anime questo particolare non risulterà nuovo. Tra i neri capelli degli indigeni si vedono spesso mollettine colorate di varie forme e colori che spesso vanno tutte insieme ad appesantire il ciuffo piastrato e laccato in complicati disegni geometrici. E questo vale per maschi e femmine.

LA BORSA DA DONNA

Ebbene, qui gli uomini portano le borse da donna. E non intendo borse che potrebbero essere sia da uomo che donna: intendo proprio borse da donna, palesemente da donna.

Anche questo pensano sia kawaii.

IL BASIC

Non esiste. E se esiste una linea basic è dedicata alle nonne.
Il resto deve avere una fantasia dal floreale in su.

GLI OMBRELLI

Ho già parlato dell’allergia alla luce che affligge le fanciulle? Ecco, per ovviare il problema si muniscono di ombrelli. Anche quando il sole non c’è.

LE CALZE TRASPARENTI COI TATUAGGI

Non so se esistano anche da noi ma qui spopolano le calze trasparenti con sopra dei disegni in nero che da lontano sembrano essere tatuaggi. Non so abbiano inventato questa cosa perché avere un tatuaggio, qui, ti etichetta immediatamente come uno yakuza poco di buono, e quindi è meglio averne uno finto. Ma penso di si.

LE MANICHE DA TELEGRAFISTA

O almeno mi pare che fossero da telegrafista. Avete presente i vecchi signori che nei western vestono delle maniche supplementari sopra la camicia per non sporcarla (credo, almeno; le mie informazioni a riguardo sono poche)? Le mettono anche qui, per proteggere le bianche braccine dai cattivi raggi UV. Per chi si preoccupa di più per la propria pelle esistono quelle con il guanto incorporato, così da non ustionare nemmeno il dorso della mano.

IL CARDIGAN
Immaginate di arrancare lungo una salita in una giornata così umida e calda che pare di respirare acqua. Siete in procinto di liquefarvi. Fatto? Ora nella vostra visione fate comparire una ragazza con un vestito così brutto che sfida le leggi della decenza e sopra a quel vestito un cardigan. UN CARDIGAN! A LUGLIO!!! CON 37 MALEDETTISSIMI GRADI E IL 60% DI UMIDITÀ. Vi viene da chiedervi se non vi stia per caso prendendo in giro.

La presenza dei cardigan a luglio credo sia la prova che il Giappone è il paese della prevenzione; presumo che quegli esseri indossino il cardigan solo perché dentro gli edifici fa un freddo porco. E non perché soffrono di serie turbe mentali.

LA TUTA DA GINNASTICA…CON I TACCHI

Il titolo dice tutto.

I CALZINI DA BIMBA

Sicuramente vi sarà capitato di vedere un manga, un disegno qualunque, raffigurante una bambolina kawaii con le scarpine e i calzettini pieni di pizzi, fiocchi e merletti. Li indossano sul serio. Ma intendiamoci, sarebbero anche carini, quei calzettini, se fossero indossati con le scarpe giuste, o almeno del colore giusto. Ma non è così. Mai.
E per ultima cosa mi pongo una domanda: come abbinano tutto questo?
La risposta è: non lo fanno. Se nel loro armadio vedono tre capi di abbigliamento che desiderano indossare, beh, lo fanno. Chi se ne importa se i tre capi sono una gonna nera a pallini beige lunga alle ginocchia, una maglia a fiori con inserti animalier e la felpa stinta del fratello maggiore.  Il tutto accompagnato da calzini di pizzo rosa e sandali con tacco 12 di pelle nera borchiata. Mi tolgo il cappello di fronte a tanto coraggio.


Termino questo post  con una dichiarazione di pace. È certo, sacrosanto, il diritto di tutti di vestire come meglio si crede. Però certe volte l’occhio non ha proprio la sua parte. 

じゃね~

5 commenti:

  1. però! ha l'aria di essere tutto molto allegro. e arrivata a fine post, ho pensato sinceramente che se andrò lì finirò per vestirmi esattamente alla maniera indigena. bè, le basi ci sono!

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    1. Auguri, allora. Se ti vesti così devi anche rispettare i tempi in cui farlo, il che equivale a gelare d'inverno e morire di caldo l'estate.

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  2. ho riso dal principio alla fine. sei irresistibile! capolavoro di post geniale. adorable.

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