Ed
ecco che vi aggiorno nuovamente sulla vita nel paese dove il sol levante ha
deciso che ci vuole tutti bolliti a fuoco lento; che è anche il paese dove le
persone sono piccole ma gli insetti sono grandissimi (e per la cronaca, due
nuove specie si sono unite all’allegra famiglia che abita il dormitorio: api
giganti e scarabei -che sono quelli verde iridescente- grossi come una pallina
da pingpong).
Parlando
per un attimo del caldo: ragazzi, qui si muore. Avete presente le “allerta
caldo” in Italia? Probabilmente da noi, per qualcosa del genere, si parlerebbe
di imminente estinzione della specie. 37 gradi con umidità tra il 50 e il 60%.
E oggi butta bene, c’è un po’ di vento.
Ma
arriviamo al dunque della questione.
Siccome
fa un caldo infernale noi si cerca di scoprirsi il più possibile, indossando
indumenti larghi, leggeri e pantaloni o gonne corte, scarpe aperte e via
dicendo. Però per gli indigeni sembra non funzionare così. Mi accingo quindi a
fare una review dei capi di vestiario più deliziosamente giappici e del modo in
cui essi vengono utilizzati:
GONNE
A PIEGHE
Probabilmente
la gonna a pieghe è stata inventata in Giappone e se non è così, poco importa.
Qui non una fanciulla sembra essere sprovvista di relativa gonna a pieghette,
munita di sottogonna in pizzo o meno. Sembrano essere un capo evergreen e per
tutte le stagioni, infatti quando a Marzo siamo giunti in questa landa estranea
e faceva un sacco freddo, le ragazze sfoggiavano tutte le loro gambine
andandosene in giro con questi tutù succinti senza portare le calze, incuranti
del gelo. Penserei che sia un’innata abilità delle donne di qui se non fosse
che al primo raggio di sole sono comparsi i…
LEGGINGS
NERI DA CAVALLERIZZA
Ebbene
si. Proprio quelli, avete capito bene. Dunque, avete presente che una volta,
tanto tempo fa, si riteneva l’abbronzatura una cosa da contadini mentre il
pallore qualcosa da grandi signori? Qui ancora lo pensano. La pelle pallida
piace e le fanciulline sono delicate e quindi cercano di coprirsi. E per farlo
si infagottano dentro a dei leggings neri tipo cavallerizza, di quelli che girano
sotto il tallone, che portano poi con i sandali aperti. Ora, io sono abbastanza
liberale per quanto riguarda il modo di vestire … però certe cose sono davvero
inguardabili.
Questo
argomento mi ricollega a…
LE CROCS
Vi
ricordate le simpatiche ciabattone di gomma colorata che hanno spopolato per un’estate
da noi? Adesso sono sparite, nascoste in molti dei nostri sgabuzzini. Qui no,
qui le portano tutti, belli e brutti. Ci sono anche i negozi dedicati. E ho
detto tutto.
I
SANDALI e/o LE SCARPE COL TACCO
Parliamo
ora di scarpe.
Generalmente
un paio di scarpe si acquista della propria misura o al massimo un po’ più
piccolo, se proprio non si può aspettare per avere quel paio di calzature. Qui
invece non credo sia così. Qui le ragazze arrancano sopra zeppe più alte di
loro e di qualche numero più grandi, i loro piccoli piedi scivolano fuori dalle
scarpe costringendole a camminare in un modo assolutamente ridicolo e scomodo;
ma va bene così, mi dicono, quella camminata tutta storta, arrancante è kawaii
tanto quanto quella con i piedi rivolti verso l’interno, come i bambini.
Un
appunto: questo discorso vale per qualsiasi genere di scarpe. Camminano così
anche con le ballerine o quelle orride, passatemi il termine, scarpine dal
mezzo tacco. Quelle per le signore di una certa età.
VESTITI
LUNGHI
I
giapponesi sono risaputamente corti, bassi, tappi. E le giapponesi pure e
peggio. Un’altra cosa risaputa è che le persone basse, in teoria, non dovrebbero
mettere lunghi abiti di modo da evitare di sembrare Maggie Simpson. Peggio
ancora se questi abiti sono degli abiti a tubo, delle enormi felpe informi
lunghe fino ai piedi che non starebbero bene neppure ad una modella alta due
metri. Oppure, al posto delle tuniche, gli abiti premaman dai colori pastello
che fanno sembrare le ragazze dei tendoni da circo ambulanti, dei lampadari con
le gambe, delle meduse di pizzo.
Un
appunto: faccio rientrare nella categoria anche le camicione azzurrine, bianchine,
gialline millemila taglie più grandi della propria.
LE
MOLLETTE
Per
chi ha una certa cultura di manga e anime questo particolare non risulterà
nuovo. Tra i neri capelli degli indigeni si vedono spesso mollettine colorate
di varie forme e colori che spesso vanno tutte insieme ad appesantire il ciuffo
piastrato e laccato in complicati disegni geometrici. E questo vale per maschi
e femmine.
LA
BORSA DA DONNA
Ebbene,
qui gli uomini portano le borse da donna. E non intendo borse che potrebbero
essere sia da uomo che donna: intendo proprio borse da donna, palesemente da
donna.
Anche questo pensano sia kawaii.
IL
BASIC
Non
esiste. E se esiste una linea basic è dedicata alle nonne.
Il
resto deve avere una fantasia dal floreale in su.
GLI
OMBRELLI
Ho
già parlato dell’allergia alla luce che affligge le fanciulle? Ecco, per
ovviare il problema si muniscono di ombrelli. Anche quando il sole non c’è.
LE
CALZE TRASPARENTI COI TATUAGGI
Non
so se esistano anche da noi ma qui spopolano le calze trasparenti con sopra dei
disegni in nero che da lontano sembrano essere tatuaggi. Non so abbiano
inventato questa cosa perché avere un tatuaggio, qui, ti etichetta
immediatamente come uno yakuza poco di buono, e quindi è meglio averne uno finto.
Ma penso di si.
LE
MANICHE DA TELEGRAFISTA
O
almeno mi pare che fossero da telegrafista. Avete presente i vecchi signori che
nei western vestono delle maniche supplementari sopra la camicia per non
sporcarla (credo, almeno; le mie informazioni a riguardo sono poche)? Le mettono
anche qui, per proteggere le bianche braccine dai cattivi raggi UV. Per chi si
preoccupa di più per la propria pelle esistono quelle con il guanto
incorporato, così da non ustionare nemmeno il dorso della mano.
IL
CARDIGAN
Immaginate
di arrancare lungo una salita in una giornata così umida e calda che pare di
respirare acqua. Siete in procinto di liquefarvi. Fatto? Ora nella vostra
visione fate comparire una ragazza con un vestito così brutto che sfida le
leggi della decenza e sopra a quel vestito un cardigan. UN CARDIGAN! A
LUGLIO!!! CON 37 MALEDETTISSIMI GRADI E IL 60% DI UMIDITÀ. Vi viene da
chiedervi se non vi stia per caso prendendo in giro.
La
presenza dei cardigan a luglio credo sia la prova che il Giappone è il paese
della prevenzione; presumo che quegli esseri indossino il cardigan solo perché
dentro gli edifici fa un freddo porco. E non perché soffrono di serie turbe
mentali.
LA
TUTA DA GINNASTICA…CON I TACCHI
Il
titolo dice tutto.
I
CALZINI DA BIMBA
Sicuramente
vi sarà capitato di vedere un manga, un disegno qualunque, raffigurante una
bambolina kawaii con le scarpine e i calzettini pieni di pizzi, fiocchi e
merletti. Li indossano sul serio. Ma intendiamoci, sarebbero anche carini, quei
calzettini, se fossero indossati con le scarpe giuste, o almeno del colore
giusto. Ma non è così. Mai.
E per
ultima cosa mi pongo una domanda: come abbinano tutto questo?
La
risposta è: non lo fanno. Se nel loro armadio vedono tre capi di abbigliamento
che desiderano indossare, beh, lo fanno. Chi se ne importa se i tre capi sono
una gonna nera a pallini beige lunga alle ginocchia, una maglia a fiori con
inserti animalier e la felpa stinta del fratello maggiore. Il tutto accompagnato da calzini di pizzo rosa
e sandali con tacco 12 di pelle nera borchiata. Mi tolgo il cappello di fronte
a tanto coraggio.
Termino
questo post con una dichiarazione di
pace. È certo, sacrosanto, il diritto di tutti di vestire come meglio si crede.
Però certe volte l’occhio non ha proprio la sua parte.
じゃね~
però! ha l'aria di essere tutto molto allegro. e arrivata a fine post, ho pensato sinceramente che se andrò lì finirò per vestirmi esattamente alla maniera indigena. bè, le basi ci sono!
RispondiEliminaAuguri, allora. Se ti vesti così devi anche rispettare i tempi in cui farlo, il che equivale a gelare d'inverno e morire di caldo l'estate.
Eliminaho riso dal principio alla fine. sei irresistibile! capolavoro di post geniale. adorable.
RispondiEliminaDai, dai. Non esagerare. Sei troppo buono.
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